mercoledì 10 ottobre 2007

Giancarlo Pagliarini, strenuo combattente nelle battaglie per riformare lo Stato in senso liberale


Intervista a Giancarlo Pagliarini
By Andrea Ferrari,
mercoledì 19 settembre 2007

Nel Paese dei voltagabbana, dei liberali fuori tempo massimo e degli ex, c’è un politico che sostiene ancora le idee per cui s’è sempre battuto, senza il rischio d’apparire ridicolo e poco credibile.
Quest’uomo è Giancarlo Pagliarini, forza motrice della Lega nord degli albori, liberale e federalista convinto, grande rompiscatole in parlamento e strenuo combattente nelle battaglie per riformare lo Stato in senso liberale, tanto da partecipare entusiasticamente ad un incontro di Decidere.net a Milano riguardo la riforma pensionistica del governo Prodi.
Il solito compromesso all’italiana che non va a toccare il sistema da lui definito del “cero alla madonna”, scaloni e scalini che fan accaponare la pelle a chi, come lui, propone da sempre una riforma pensionistica basata sul sistema a capitalizzazione.Un Pagliarini galvanizzato dalla recentissima visita in Catalogna di cui è grande ammiratore e che non manca di citare appena gli chiedo un parere sulla proposta dello sciopero fiscale lanciata da Bossi.
“Jordi Puyol proprio alcuni giorni fa ha proposto uno sciopero fiscale, ma non perchè non gli va bene Zapatero, ma perchè lo Stato non rispetta gli impegni con la Catalogna sanciti dal nuovo statuto. In Italia, invece, mi sembrano giochi di potere. Bossi ha detto che è un’iniziativa per far cadere Prodi, ma è un approccio che non mi convince. Voglio dire: anche se Prodi se ne andasse, questo sistema fiscale continuerebbe a non andarmi bene. Se fosse uno sciopero per un vero federalismo sarei daccordo, ma se è solo un mezzo per sostituire uno con un altro, allora no.”
Perchè non fa più parte della Lega Nord?
“Il punto di rottura è stato all’ultimo congresso quando si discusse del programma della casa delle libertà che non parlava di federalismo fiscale e in cui si proponeva di vendere i beni alienabili dei comuni per ridurre il debito pubblico.In chiusura del congresso Leoni disse: “nel varesotto c’è un problema molto serio: in alcune chiese la messa viene detta col rito romano, mentre in altre col rito ambrosiano”. In quel momento mi chiesi davvero che ci stavo a fare lì dentro...”
E come spiega la deriva clerico-tradizionalista di questi ultimi anni?
“Faccio fatica a capirlo, ma ho l’impressione che ultimamente Bossi non abbia molto in mano le redini del movimento, anche a causa delle sue condizioni di salute. Su un quotidiano catalano c’era la notizia che a Bruxelles tre parlamentari di estrema destra erano stati arrestati, tra di essic’era Borghezio. La cosa mi ha fatto molto riflettere perchè la Lega che ho conosciutoio non sarebbe stata confusa per un movimento di estrema destra. Purtroppo il potere ha fatto perdere di vista la vera ragione per cui nacque: il federalismo.”
Ultimamente si parla molto del problema sicurezza e della cronica inefficienza della giustizia italiana. quali proposte ha per affrontare il problema?
"Bisognerebbe dare più poteri e responsabilità alle polizia locali, in Catalogna han fatto così e mi sembra stian ottenendo ottimi risultati. La giustizia in Italia è molto politicizzata e anche in questo ambito regionalizzerei, in modo da creare un circolo virtuoso che porti a copiare le regioni coi modelli migliori.”
Cosa ne pensa del decreto Bersani sulle liberalizzazioni?
“Sono sicuramente meglio di quelle che non ha fatto Berlusconi, a Bersani bisogna dar atto che almeno ci ha provato. D’altronde, In Italia nessuno vuole liberalizzare perchè i politici sono alla costante caccia di voti e han paura di scontentare alcuni elettori toccandone gli interessi.”
Domanda inevitabile di questi tempi: un parere su Grillo e le accuse di populismo che gli vengono mosse.
“Ha lanciato alcune proposte che non stan nè in cielo nè in terra, tuttavia in un Paese addormentato come questo se c’è uno che pone delle questioni e smuove un pò le acque, ben venga.E poi essere statalisti e politicanti è peggio che essere populisti.”

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